Nella giungla argentina la città segreta dei nazisti
- secondariafossato
- 26 mar 2015
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Lo storico Schavelzon, si sentiva in debito con la storia, quimdi cominciò una ricerca nella giungla argentina, qui ritrovò tre edifici abbandonati. Sembrerebbe che questi tre edifici riportassero a ufficiali tedeschi fuggiti dalla Germania, come il braccio destro di Adolf Hitler, Martin Bormann, che fuggì in Sudamerica.
Qui lo storico ritrovò resti di un fortino costruito da tedeschi e un piano di ritirata, in Sudamerica, nel caso in cui la Germania avessse perso la guerra.
Reperti degli Anni 40
«Siamo solo all’inizio, è presto per tirare le somme - dice Schavelzon mentre cerca i fondi per continuare a scavare -, ma possiamo almeno fare qualche ipotesi». Le monete del Reich battute tra il 1938 e il 1944, le ceramiche delle piastrelle e le scatolette catalogate tra i reperti, collocano un gruppo di tedeschi a metà Anni 40, in questo luogo del Nord argentino, all’epoca quasi inaccessibile. La «struttura tipica dell’ingegneria europea, con mura spesse tre metri e senza omologhi nei dintorni», comprende un’abitazione per gli alloggi (dotata dell’eccezionale lusso di un pozzo e una tinozza), un magazzino per le scorte e una casamatta che domina il circondario. Da qui, una sentinella può vedere qualsiasi estraneo in avvicinamento per chilometri e poi, volgendosi a Nord, anche il fiume Paranà e più avanti il Paraguay, a 10 minuti di cammino.

Schavelson non trova altre ragioni per spiegare tutto ciò, se non quella per cui i tedeschi abbiano voluto costruirsi un rifugio quando la Seconda Guerra Mondiale aveva preso una brutta piega. Storici come Carlos De Napoli, Abel Basti e Jorge Cammarasa hanno dedicato la vita a raccogliere informazioni sulla comunità germano-argentina, sull’entusiasmo con cui militò nel primo nazismo, sull’ostinazione con cui rimase tale dopo la caduta di Berlino e sulla somiglianza di certe località della Patagonia con le Alpi di Baviera. Tutti elementi che avrebbero convinto il «Führer» a scegliere questo posto per la ritirata, se fosse fallita l’invasione dell’Europa.
Scappati in Sudamerica
Il compito della fuga fu affidato al ministro dell'Agricoltura Walter Darrè, (nato a Buenos Aires da immigranti tedeschi) rimasto fino all'adolescenza.
Insieme a lui anche altre persone fidate di Hitler sdopo la guerra si trasferirono in Sudmerica.
Dopo questi fatti, lo storico Schavelzon, si pone altre certezze mista a domande, se si sono trasferiti tutti in Sudamerica, bisognerà trovare altri rifugi come questo.
Tutti questi interrogativi devono essere ancora scoperti, nel frattempo Schavelzon è già sulle traccce del secondo nascondiglio.
Fonti: la stampa
Simone Lombardi
Fejsal Dzemaili
Edoardo Gresta
Annalisa Fumanti
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