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Nella giungla argentina la città segreta dei nazisti

Lo storico Schavelzon, si sentiva in debito con la storia, quimdi cominciò una ricerca nella giungla argentina, qui ritrovò tre edifici abbandonati. Sembrerebbe che questi tre edifici riportassero a ufficiali tedeschi fuggiti dalla Germania, come il braccio destro di Adolf Hitler, Martin Bormann, che fuggì in Sudamerica.

Qui lo storico ritrovò resti di un fortino costruito da tedeschi e un piano di ritirata, in Sudamerica, nel caso in cui la Germania avessse perso la guerra.

Reperti degli Anni 40

«Siamo solo all’inizio, è presto per tirare le somme - dice Schavelzon mentre cerca i fondi per continuare a scavare -, ma possiamo almeno fare qualche ipotesi». Le monete del Reich battute tra il 1938 e il 1944, le ceramiche delle piastrelle e le scatolette catalogate tra i reperti, collocano un gruppo di tedeschi a metà Anni 40, in questo luogo del Nord argentino, all’epoca quasi inaccessibile. La «struttura tipica dell’ingegneria europea, con mura spesse tre metri e senza omologhi nei dintorni», comprende un’abitazione per gli alloggi (dotata dell’eccezionale lusso di un pozzo e una tinozza), un magazzino per le scorte e una casamatta che domina il circondario. Da qui, una sentinella può vedere qualsiasi estraneo in avvicinamento per chilometri e poi, volgendosi a Nord, anche il fiume Paranà e più avanti il Paraguay, a 10 minuti di cammino.

Schavelson non trova altre ragioni per spiegare tutto ciò, se non quella per cui i tedeschi abbiano voluto costruirsi un rifugio quando la Seconda Guerra Mondiale aveva preso una brutta piega. Storici come Carlos De Napoli, Abel Basti e Jorge Cammarasa hanno dedicato la vita a raccogliere informazioni sulla comunità germano-argentina, sull’entusiasmo con cui militò nel primo nazismo, sull’ostinazione con cui rimase tale dopo la caduta di Berlino e sulla somiglianza di certe località della Patagonia con le Alpi di Baviera. Tutti elementi che avrebbero convinto il «Führer» a scegliere questo posto per la ritirata, se fosse fallita l’invasione dell’Europa.

Scappati in Sudamerica

Il compito della fuga fu affidato al ministro dell'Agricoltura Walter Darrè, (nato a Buenos Aires da immigranti tedeschi) rimasto fino all'adolescenza.

Insieme a lui anche altre persone fidate di Hitler sdopo la guerra si trasferirono in Sudmerica.

Dopo questi fatti, lo storico Schavelzon, si pone altre certezze mista a domande, se si sono trasferiti tutti in Sudamerica, bisognerà trovare altri rifugi come questo.

Tutti questi interrogativi devono essere ancora scoperti, nel frattempo Schavelzon è già sulle traccce del secondo nascondiglio.

Fonti: la stampa

Simone Lombardi

Fejsal Dzemaili

Edoardo Gresta

Annalisa Fumanti


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