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Malala e la sua lotta

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PREMIO NOBEL PER LA PACE 2014 E CONDIZIONI DELLE DONNE PAKISTANE

Il Premio Nobel è un'onoreficienza di valore mondiale attribuita ogni anno a persone che si sono particolarmente distinte per gesta e scoperte nei campi della pace, della letteratura, della medicina, della fisica, della chimica e dell'economia. Il premio è stato istituito dal chimico svedese Alfred Nobel, e fu assegnato per la prima volta 1901.

Quest'anno, nel 2014, il premio nobel per la pace è stato assegnato alla 17enne Malala (pachistana) e al 60enne Kailash (indiano). “Queste due persone hanno, infatti, combattuto duramente contro l'oppressione dei bambini e il diritto dei bambini all'istruzione”; questo è quanto scritto nel comunicato che accompagna il premio.

Malala è la più giovane vincitrice del premio Nobel di sempre, sono anni che combatte per il diritto delle bambine all'istruzione e ha dimostrato che, anche, bambini giovani possono contribuire a cambiare la situazione. Proprio a causa dei suoi pensieri della sua lotta, questa giovane ragazza il 9 ottobre 2012 subì un attentato da parte dei talebani, un colpo alla testa e uno al collo che la portarono al rischio di morte; fu poi salvata all'ospedale di Birmingham.

I talebani dichiararono che non fecero questo gesto perché lottasse a favore dell'istruzione femminile, ma perché avrebbe cospirato contro di loro e contro la Shari'a. Questo avvenimento, che ha provato sulla propria pelle, ha accesso ancora di più la sua lotta.

I talebani sono nati come movimento politico e militare dopo il crollo del regime sovietico in Afghanistan, e questi vorrebbero recuperare tutte le idee culturali, sociali ed economiche dell'Islam. La loro legge principale è la Shari'a; si è tornati all'uso di punizioni come l'amputazione delle mani per furto e la lapidazione per gli adulteri. Hanno una visione molto ristretta riguardo la libertà delle donne, infatti proibiscono loro il lavoro e l'istruzione mista.

Secondo i Talebani tutto questo va bene, non si può pensare solo e sempre alle donne, ci sono anche uomini non istruiti e poveri. Dichiarano che le cose stanno migliorando, il lavoro femminile e l'istruzione stanno crescendo. Però, secondo dati dell'UNESCO c'è stato un calo tremendo delle iscrizioni femminili nelle scuole e di insegnanti donne, che va da un 59,2% nel 1990, a un 13,5% nel 1999.

Ci sono anche severi norme nell'abbigliamento, le donne infatti non possono uscire di casa senza il burqa, che le copre fino alle caviglie, e le bambine devono indossare lo chador, velo che copre solo il capo. Oltre 3 milioni di minori sono costretti a lavorare, spesso per debiti fatti dal padre, e sono tenuti a fare contratti da semi-schiavi, che superano le 12 ore di lavoro al giorno. Così viene tolto loro il diritto all'istruzione. Molte donne e bambini ancora oggi, continuano a lottare per ottenere questi diritti, non si arrendono e non hanno paura. Non hanno paura dei Talebani e di cosa potrebbe succedere. Loro vogliono lottare e continueranno a farlo. Noi siamo con loro.

Roberta Tobia

Sofyane Tourbi

Fonti: Rai News, Wikipedia


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